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Ufficio Studi Ecogest “Con i 190.000.000 del bonus per acquisto bici e monopattini più opportuno realizzare 6.330 km di piste ciclabili. In alternativa per la sanità”


4 Novembre 2020


Per noi di Ecogest le strade e il traffico veicolare sono pane quotidiano; quello che oggi manca a molte aziende ed a molte famiglie, a causa di una crisi senza precedenti e di misure forse troppo deboli, inefficaci e cervellotiche.

E siccome di strade e di traffico ci occupiamo (e per la verità anche di pane atteso che occupiamo circa 200 unità tra personale operaio e dipendenti amministrativi senza ricorrere ad alcuna misura di sostegno pubblico…), abbiamo dato incarico al nostro ufficio studi di valutare l’impatto della scelta governativa di stanziare 190 milioni di euro per il bonus dedicato all’acquisto di bici e monopattini.

Una cifra importante, destinata ad una misura altrettanto importante, ma che presenta un primo irrimediabile ostacolo alla sua efficacia: le bici ed i monopattini necessitano di adeguate piste ciclabili per circolare all’interno delle città, laddove la decongestione del traffico, e la riduzione dell’inquinamento è più urgente e necessaria. Proprio quelle piste che non ci sono in molte città tra le più inquinate e rispetto alle quali non abbiamo notizie di un piano straordinario che ne preveda la realizzazione.

Ed allora abbiamo fatto due conti, listini alla mano, per capire cosa sarebbe forse stato più utile acquistare con i 190 milioni di euro del bonus; ciò che abbiamo scoperto è per certi versi sorprendente, e per altri sconcertante.

Con i 190 milioni di euro avremmo potuto acquistare alternativamente:

2.100 ambulanze attrezzate

7.000 respiratori polmonari autosufficienti

2.000.000 di tablet per garantire la didattica a distanza a tutti gli studenti che necessitano di supporto informatico.

Ma, cosa più divertente (o tragica…), avremmo potuto costruire ben 6330 km di piste ciclabili; ovvero, ciò che si fa di solito in tutte le aziende, ma anche in tutte le famiglie, diligenti e ben gestite: prima si acquista il contenitore e solo successivamente il contenuto; prima si costruiscono ponti e strade e solo dopo si acquistano i mezzi per viaggiare.

Una logica che sembrerebbe semplice da applicare, ma che nel nostro Paese diventa spesso complessa e contorta.